A confine fra Veneto e Friuli con i Vini coerenti ed eleganti dell’azienda Rigoni Sala

Venite con me, oggi andiamo a Chiarano, un piccolo
paesino della provincia di Treviso, a cavallo tra le regioni del
Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
E’ proprio a Chiarano che, nel lontano 1966, nasce l’azienda Rigoni Sala, una piccola realtà che crede ancora nei principi e nei valori della viticoltura di famiglia.
Con i suoi 20 ettari circa di solo ed
esclusivo vigneto, l’azienda si estende in una lussureggiante zona di
terra di confine tra le 2 regioni. Terreno ricco di sali minerali che
fungono da coadiuvanti nello sviluppo di una finezza e di un’eleganza
importanti nei loro Vini.
Il suo nobile fondatore, Antonio Rigoni, fin da giovane coltivò la passione per la propria terra,
edificata sulle solide fondamenta dell’amore della sua numerosa
famiglia e per la forte appartenenza alle sue origini contadine.
Passione che trasmise ai suoi figli, ed ai figli dei suoi figli i
quali, attualmente, si dedicano con laboriosità, professionalità,
dinamismo e passione, alla conduzione di questa realtà agricola che
mi ha colpito per stile contemporaneo ed elegante sia nell’immagine
che nel contenuto, pur essendo fortemente radicata nel rispetto di
una passato che merita di persistere ancora oggi, come ricordo, ma
anche come monito per il perseguimento della retta via, impostata dal
fondatore.
Gianni, assieme alla figlia Silvia ed a
Fabio il genero, lavorano assiduamente per il miglioramento
qualitativo della produzione vitivinicola, adoperando, in campagna,
gli strumenti più idonei le più moderne tecniche per la ”
naturale “coltivazione della vite. L’ottenimento di uve sane e
mature, dall’intatta componente aromatica, sta portando l’azienda ad
una sempre più attenta e rispettosa gestione delle vigne.
L’obiettivo, da sempre, è quello di
imbottigliare e portare sulle nostre tavole e sui banchi di assaggio
Vini che non siano statici nella loro qualità e nella loro
prospettiva, bensì che puntino a migliorarsi di anno in anno,
giocando sulla struttura piena e corposa, sulla mineralità sapida ed
elegante derivante dal terroir, su una morbida freschezza ed uno
stile che possa essere riconoscibile, pur non manifestando tratti
distintivi eccessivi e disequilibrati.

A tal fine c’è bisogno di un
aggiornamento continuo delle tecniche di vinificazione, ed una
ricerca capillare nel miglioramento della tecnologia di cantina che,
anno dopo anno, viene ad essere costantemente e sistematicamente
rinnovata negli aspetti che possono conferire maggior purezza e
pulizia al frutto del lavoro fatto in vigna.

Sono quattro le etichette che ho avuto modo di assaggiare per me e per Voi e premetto che mi è molto piaciuta l’elegante coerenza riscontrata in tutti e quattro gli assaggi:

Incrocio Manzoni 6.0.13 IGT 2014: ormai ho avuto modo di scriverlo spesso e volentieri… a me gli incroci piacciono, mi intrigano ed in alcuni casi, come in questo Manzoni (6.0.13 è il codice relativo a questo specifico clone ideato dal Prof. Luigi Manzoni), ci trovo delle risposte umane a dei dubbi imposti dalla Natura. Sembra un controsenso parlare di incrocio in purezza, ma in realtà quasi tutte le uve utilizzata, anche in purezza anche autoctone, ormai sono frutto di una clonazione, e questo è, a mio parere, il risultato di un ottimo lavoro d’equipe fra uomo e Natura. Riesling Renano e Pinot Bianco, insieme in un solo acino, riescono ad amalgamarsi in modo equilibratissimo, compensando lacune dell’una e dell’altra varietà originaria e levigando gli eccessi (vedi la finezza delle note “rieslinghiane” di idrocarburi espresse da questo Vino in particolare).
Un Vino che trasla il suo equilibrio al naso fino al sorso, che si sviluppa in una lineare freschezza e dimostra una gran bella beva. Lungo quanto basta per arrivare al subitaneo sorso successivo, soprattutto d’estate!

Prosecco Brut DOC Millesimato 2014: davvero un buon prosecco che, anche per me che sono un amante di altri “metodi” in quanto a bollicine, si fa apprezzare per equilibrio aromatico e gustativo.
Fresco nei profumi e nel sorso, minerale e divertente, ma al contempo molto elegante.
Non il solito meloso e peroso prosecchino, bensì uno spettro aromatico complesso ed interessante, che va dal varietale più auspicabile a note inattese, ma comprensibili, di frutta tropicale e secca nel finale. Sprecato come aperitivo! Io me lo godo a tutto pasto!

Carmenère IGT 2014: vitigno che conoscevo poco, ma che ho avuto modo di comparare e conoscere meglio nell’ultimo periodo. Un uva che vanta un progenitore d’eccellenza, la vitis biturica, in comune con grandi vitigni autoctoni francesi (ma addirittura dell’Albania) come il Cabernet Franc, il Merlot, il Cabernet
Sauvignon ed il Malbec. La componente erbacea al naso è sicuramente evidente, ma a quanto pare dovrebbe andarsi a smussare ed ingentilire nel tempo (io credo sia un Vino che possa esprimere il meglio di sé tra i 4 ed i 5 anni dall’imbottigliamento). Nonostante questo impeto verde, il Vino assume connotazioni più composte ed apprezzabili con il giusto abbinamento (una grigliata di carne con erbe aromatiche ed in particolare l’alloro, sarà un abbinamento perfetto). In bocca suscita ricordi legati ai suoi fratelloni ed in particolare sono palesi le similitudini, auspicabili sin dal naso, con il Merlot. Vino da provare, senza pregiudizi di sorta, magari aprendolo una ventina di minuti prima e lasciandolo un po’ nel bicchiere. Io credo di aver trovato il compagno giusto per i miei BBQ estivi!
Traminer Aromatico IGT 2014: una piccola produzione questa, che vanta un’eleganza ed una iniziale compostezza che mi attirano, dato che l’iper-aromaticità di alcuni gewurzt non sempre mi aggrada, ma la cosa più interessante è la dinamicità con la quale questo Vino passa dal sembrare introverso all’aprirsi al mondo con la sua affabile e dolce personalità.
Non aspettatevi stucchevoli note candite, ma tanto fiore al naso ed una persistenza importante al sorso. Interpretazione del vitigno che apprezzo particolarmente! Per la serie, perché non lo fanno anche altri così?!?
5 cuori all’azienda che ha saputo centrare l’equilibrio fra qualità ed espressività suscitando emozioni sincere.
Mi eclisso dicendo che questa è una di quelle aziende che vale la pena conoscere e visitare per il suo storico, ma anche per le sue prospettive. Io, come ormai avrete capito, non amo scrivere di chi è già su copertine patinate e sprizza premi da tutti i pori, ma mi piace condividere con Voi Vini che possano coniugare la bevibilità sia in termini di qualità che di costi, ad una qualità intrinseca, che vada dai valori di chi l’azienda la conduce, alla filosofia aziendale e di vinificazione fino ad arrivare nel calice, con un Vino che sia apprezzabile e fondamentalmente equilibrato e pulito.
Questa è un’azienda che rispecchia molti di questi fattori con un grande equilibrio fra imprenditorialità ed umanità.

F.S.R.
#WineIsSharing

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