A Morro d’Alba scopriamo la piccolissima Cantina Pellegrini

Oggi torniamo nelle mie
Marche, dove non smetto mai di scoprire nuove piccole ed interessanti
realtà da condividere con voi.
L’azienda di cui vi
parlerò oggi è l’Agricola Pellegrini, nata negli anni ’90, quando
Aldo e Silvana, dopo 30 anni di esperienza nel settore agricolo
iniziarono a commercializzare i prodotti della propria terra, ovvero
i frutti degli uliveti e dei vigneti di proprietà alle porte di
Morro d’Alba. Fino a qualche anno fa la vendita del vino era
limitata allo sfuso, che in queste zone è ancora una valida opzione,
ma che di certo non può appagare quanto i risultati ottenibili in
bottiglia. Dal 2016, dopo essersi resi conto che la qualità delle
proprie uve e del proprio terroir potessero dare risultati ben più
interessanti di quelli, seppur validi, avuto con lo sfuso, grazie al
supporto della figlia Francesca arriva il salto di qualità ed inizia
l’avventura dell’imbottigliamento.

cantina pellegrini morro d'alba

Dai soli 2 ettari vitati
a per 3/4 a 
Lacrima di Morro d’Alba e per il restante 1/4 a Verdicchio. I vini della Cantina Pellegrini sono vinificati
in purezza, con metodo tradizionali e consapevolezza odierna: la pressatura delle
vinacce, ad esempio, è ancora eseguita a torchio idraulico, per ottenere più intensità a discapito della quantità.

Il territorio e
l’appartenenza sono sentimenti e valori forti per la famiglia Pellegrini, che ha voluto sintetizzare nell’etichetta del proprio vino, mostrando in maniera minimale e contemporanea lo skyline di Morro d’Alba e la
lacrima intagliata al centro della bottiglia. 
Ciò che ho apprezzato
molto della Cantina Pellegrini è la grande voglia di tutelare a pieno il proprio
approccio artigiano al vino, consapevoli che in molti casi essere
piccoli, non avere massa critica e per di più volersi posizionare
sin dal principio bene sul mercato con una denominazione non conosciutissima, non renda di certo le cose così più semplici.
Non potendo diventare
grandi nella quantità l’obiettivo è quello di diventarlo nella
qualità e la strada intrapresa è sicuramente quella giusta. 

Ormai lo sapete, io amo le sfide e quella di questa famiglia ha tutta l’aria di esserne una.
Ho chiesto alla famiglia
Pellegrini un aneddoto riguardo la loro vita nel mondo del vino e mi
hanno risposto così:
“All’inizio della
nostra esperienza di vendita sul mercato nazionale, abbiamo sentito
spesso commenti del tipo “Questo vino ha il gusto del vino di una
volta”, “si sente il sapore della cantina”, “E’ il vino del
contadino”. In un primo momento questo tipo di commenti ci hanno
destabilizzato, perché non riuscivamo a pieno a comprendere se
fossero dei complimenti o dei giudizi negativi. Poi abbiamo capito
che questo è il vino che sappiamo fare, che orgogliosamente vogliamo
continuare a fare e che questi complimenti (e per noi sono tali) sono
il cappello a ciò che facciamo e non possiamo che esserne fieri!”

La prima produzione è
stata molto ridotta, con circa 1600 bottiglie, ma nelle prossime
annate l’azienda entrerà a regime passando per un notevole
incremento già dalla prossima vendemmia, con un’aspettativa di
massima pari a 8000 bottiglie, con margini di crescita similari per
l’anno ancora successivo. Una crescita che poi si arresterà, com’è
normale che sia date le dimensioni dei vigneti, in quanto il fine
dell’Agricola Pellegrini è quello di non snaturare la propria
filosofia basata sulla qualità artigianale e sulla distribuzione
controllata.

Sono da sempre affascinato dalle realtà a conduzione familiare, grandi o piccole esse siano, in quanto trovo che il mondo del Vino dia modo ad ogni membro di ritagliarsi il proprio spazio e di dimostrarsi importante nella totalità delle mansioni aziendali. Nella Cantina Pellegrini sono Aldo e Silvana ad occuparsi, praticamente a tempo pieno, della vigna, mentre Francesca ed il suo compagno curano la parte commerciale e la
vendita. Vinificazione, imbottigliamento sono gestite da tutta la
famiglia, con l’aiuto extra di Federico e Ioana (figlio e nuora di
Aldo e Silvana). Parliamo di un’azienda davvero molto piccola, ma che
sta già dimostrando di poter fare qualità con un vitigno difficile
come la Lacrima di Morro d’Alba, sin troppo spesso visto come un vino
incapace di svalicare la sua dimensione di vino da pronta beva, senza
grandi aspirazioni. Io credo molto in questo varietale, anche in
termini di longevità e sono convinto che i prossimi vini di
quest’azienda potranno già dare risultati molto interessanti da
questo punto di vista, ma questo lo scopriremo solo assaggiando!
Intanto, posso dirvi che
la Lacrima di Morro d’Alba 2016 Pellegrini che ho avuto modo di
assaggiare aveva tutto ciò che io potessi aspettarmi da quest’uva e
da questo vino: naso pronto, espansivo dal fiore, al frutto finendo
con un po’ di quelle speziatura che rende ancor più intrigante
alcuni vini prodotti con questo vitigno. Il Sorso è diretto, ma non
scontato, fresco e dinamico, che si prende tutto il tempo che serve
per lasciare il segno. Un vino intenso, ma non eccessivo, che diverte
con la sua spontaneità, ma incuriosisce chi sa andare oltre il primo
naso, con un abbrivio di complessità, che fa ben sperare per il
futuro.

Se amo vini come questo è
perché mi ricordano casa, è vero… ma anche e soprattutto perché
vantano una dote rara, quella duttilità che permette loro di essere
condivisi con gli amici gettando una coperta in mezzo alle vigne in
una bella giornata di sole o di creare nuove suggestioni per i più
appassionati, che poche volte hanno modo di confrontarsi con piccole
produzioni come quella Lacrima di Morro d’Alba. La qualità c’è, ma
siamo solo alla prima annata e non posso che aspettarmi di assaggiare
vini ancor più validi dall’Azienda Agricola Pellegrini.



F.S.R.
#WineIsSharing

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