La Fattoria del Pino a Montalcino di Jessica Pellegrini – Una storia di vigna e di vita

Oggi vi porto, di nuovo, in una delle terre d’elezione della viticoltura italiana e mondiale: Montalcino.
Negli ultimi anni, anche in questa “isola felice” nel mare magnum del vino, si sta assistendo a notevoli cambiamenti che vedono coinvolte alcune delle più rappresentative aziende del territorio e non sempre questi cambiamenti volgono ad un futuro roseo.
Eppure, nel frattempo, piccole e nuove realtà si fanno strada, con la giusta dose di positività e propositività.
Una di queste è la Fattoria del Pino, nata e sita in zona Montosoli nel 2000, attiva “solo” dal 2006, oggi gestita dalla vignaiola Jessica Pellegrini.

jessica pellegrini vino
La storia della Fattoria del Pino non è una storia comune come non comune è la caparbietà di Jessica che ha trasformato la negatività in una “one woman winery” destinata a grandi cose.
Prima di parlarvi della mia visita alle vigne e alla cantina della Fattoria del Pino, vorrei raccontarvi un po’ di questa vignaiola che si definisce testarda, mentre passeggia per vigne con la sua fedele compagna di lavoro a quattro zampe Safira.

La Fattoria del Pino era il sogno della famiglia di Jessica, ma fino al 2006 era suo fratello ad occuparsene, fin quando è venuto a mancare e non ci vuole un genio per comprendere quali potessero essere le opzioni alle quali Jessica e la sua famiglia si ritrovarono di fronte: rinunciare o continuare ad alimentare un sogno.
Se oggi la Fattoria del Pino esiste, produce vino e continua a crescere in termini di qualità e notorietà è proprio perché Jessica, con grande tenacia e forza d’animo, ha escluso a priori la prima opzione, prendendo in mano le redini dell’azienda e portando avanti ciò che suo fratello aveva iniziato.
Jessica è una vera donna del vino  come ce ne sono molte ma mai abbastanza -, ma quando ha iniziato ad occuparsi personalmente di tutte le dinamiche aziendali non aveva un background da vignaiola e la cantina non era affatto pronta per vinificazione e imbottigliamento, perché per anni l’azienda si era limitata al commercio delle pur preziose uve di Sangiovese.
Immaginate, quindi, lo sforzo e la continua rincorsa di chi sa che nel mondo del vino i tempi sono dettati dalla natura e che alla natura non si possono chiedere proroghe… eppure, niente di tutto questo ha fermato Jessica, che nel giro di pochi anni ha iniziato a farsi valere presentando i suoi vini (ca. 20mila bottiglie dai 6 ettari di vigneti di proprietà), con quel giusto mix di umiltà e di consapevolezza del proprio lavoro e dei propri valori che ne ha agevolato, sicuramente, l’ascesa.

La mia passeggiata in vigna, con Jessica, mi ha visto poggiare i piedi su terreni galestrosi, argille calcaree arenacee, attraversate da vene d’acqua sotterranee che in un’annata calda e siccitosa come questa 2017 hanno rappresentato linfa vitale per le piante di diversi cloni di Sangiovese presenti in azienda.

La presenza d’acqua, la costante ventilazione e buone escursioni termiche giorno-notte ed una conduzione del vigneto molto attenta e rispettosa, permettono a Jessica di portare in cantina uve sane che verranno vinificate con metodi tradizionali, con fermentazioni spontanee , macerazioni medio-lunghe e chiarifiche naturali, quindi niente filtrazione.
Era agosto, mancavano ancora diverse settimane alla vendemmia, e ricordo come fosse ieri di aver assaggiato uve ricche di succo, polpose, sane, nonostante l’annata e questo grazie all’acqua sì, ma anche ad un’accorta lavorazione dei terreni ed un mantenimento della parete fogliare tale da proteggere le uve dall’irradiazione diretta del sole. Questo perché per Jessica ogni singola pianta sembra davvero essere un figlio ed il suo rapporto con il vigneto e con li territorio è così viscerale e simbiotico che lo “sforzo” vero per lei non alzarsi all’alba per andare in campo o “sporcarsi” le mani in cantina, bensì dover viaggiare per raccontare i suoi vini, rispondere a qualche domanda di wineblogger rompiscatole come il sottoscritto e staccarsi da quella che per lei è la dimora dell’anima… è casa!

Tra le doti di Jessica, quella più apprezzabile è sicuramente la schiettezza che ben si manifesta nella risposta che ha dato alla mia richiesta di un aneddoto legato alla sua vita da vignaiola:
“Ora che ti ci metti anche te a fa vini?!?” Mi hanno chiesto… e io: ”ma che ti devo risponde ora ci provo vole di se un so capace e la sbarbo e ci fo le patate!” 

Ancora sorrido immaginando la scena.

Tornando seri, la mission che Jessica Pellegrini e la Fattoria del Pino si sono imposte è quella di “migliorare sempre, mai accontentarsi o sentirsi arrivati, perché ogni anno in vigna, in cantina e ne cercare di vendere i propri vini si creano situazioni reali da gestire e problemi da risolvere, pensando di fare il meglio, ma anche trascorrendo notti insonni per una decisione un po’ azzardata, ma dove il cuore e la mano ti hanno detto “vai!”. Fare vino significa prendersi carico di grandi responsabilità che paghi a caro prezzo quando sbagli, ma che ti donano grande soddisfazione e gioia pura quando riesci!”.
Per quanto concerne il vino ho già avuto modo di scriverne in più occasioni qui e sui social, eppure ad ogni assaggio di annate come la 2012 del suo Brunello di Montalcino trovo una  profonda concordanza fra l’evoluzione del contenuto della bottiglia e la crescita di questa realtà e di chi la sta portando avanti.

Un Brunello in cui l’identità del versante senese della collina di Montalcino (zona Montosoli) c’è e si sente! Un Brunello pieno, avvolgente, balsamico che si svolge in un sorso profondo svelando completamente la sua, solo inizialmente recondita, eleganza.

brunello fattoria del pino

L’attaccamento alla tradizione ed il rispetto del varietale nella sua più integra purezza si apprezza anche nel Rosso di Montalcino 2014, che mostra muscoli e caparbietà senza rinunciare ad un incedere di grande portamento. Un vino serio, frutto di un’annata complessa, ma in grado di sorprendere, specie con i fratelli minori del Brunello. Nonostante la buona struttura, la buona acidità rende il sorso snello e vibrante come il vento che scuote le foglie della vigna accanto alla cantina della Fattoria del Pino, in cui camminando si comprende perché le uve arrivino sempre sane in cantina.
Potrei spoilerarvi qualcosa delle prossime annate avendo fatto qualche assaggio da botte, ma se tanto mi da tanto e la crescita dei vini di Jessica continuerà ad essere così esponenziale, voglio attendere di stupirmi ancora, ma una cosa è certa… in questa cantina si sta lavorando sempre meglio, ma io non vi ho detto niente! 😉
F.S.R.
#WineIsSharing

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