A spingermi è una
necessità; ad attirarmi a sé non è un luogo specifico, ma è il
concetto stesso di meta, valido solo se a preluderlo è il viaggio
stesso.
Il mio viaggio inizia a
12 anni, quando presi il primo aereo e mi ritrovai in una terra
lontana. Lontana dalla terra che consideravo casa, lontano dal
focolare che consideravo familiare, da affetti usuali e diletti
consueti. Imparai a viaggiare nel momento stesso in cui accettai la
diversità e la paura di non essere capace di intendere, di
comprendere, di cogliere ciò che non si conosce, ciò che non si sa.
Poi è arrivato il vino e con esso il viaggio è diventato ancor più parte integrante della mia vita e il concetto di casa si è fatto in un certo senso itinerante in un altro insito al mio io, scevro da legami materiali con strutture di mattoni, calce, cemento ma carico di memoria e di attimi di contatto con ciò che ogni epoca della mia, seppur giovane, vita mi ha parato di fronte.
Poi è arrivato il vino e con esso il viaggio è diventato ancor più parte integrante della mia vita e il concetto di casa si è fatto in un certo senso itinerante in un altro insito al mio io, scevro da legami materiali con strutture di mattoni, calce, cemento ma carico di memoria e di attimi di contatto con ciò che ogni epoca della mia, seppur giovane, vita mi ha parato di fronte.
Ho imparato ad orientarmi
seguendo l'istinto e l'esperienza, ma non nego di aver usufruito di
guide, mappe e di essere ancora alla ricerca di consigli, indicazioni
prima e durante ogni tratta del mio percorso di vita e di vino. Oggi
mi chiedono di fare da guida, di dare consigli, qualcuno presume io possa o, addirittura,
debba influenzare l'io di altri attraverso asserzioni più nette,
valutazioni più drastiche, opinioni più pragmatiche. Non fa per me!
Non voglio essere guida, ma stimolo! Non voglio influenzare,
soggiogare, condizionare, ma semplicemente coadiuvare chi già
possiede insite in sé le meravigliose doti della curiosità e della
passione nello scoprirsi viaggiatori, tanto quanto me.
Il viaggio è qualcosa di
misterioso, almeno fin quando non si ha modo di riordinare
impressioni, sensazioni, eventi, pensieri, immagini e soprattutto
incontri che abbiamo salvato nel cloud della nostra mente in maniera
incondizionata, secondo le impostazioni di default di quel
meraviglioso e incasinatissimo computer che è il nostro cervello.
E' montando insieme i
singoli frame che ogni viaggio inizia ad aver un senso.
Un senso che può essere
più o meno coerente con ciò che erano le nostre aspettative ma che
vale molto già solo per il fatto di averlo trovato.
Per me il vino è un
viaggio. Il viaggio di una vita! Un viaggio che non ha mai smesso di
incuriosirmi e di spingermi a conoscere, sapere, scoprire e per far
questo ho dovuto e devo, tutt'ora, studiare, chiedere e cercare,
senza sosta, senza peso alcuno.
Mi fa specie pensare che,
oggi, la comunicazione del vino verta ancora verso la scarnificazione
assoluta del concetto lato del vino, in cui il viaggio attraverso
luoghi, culture, contesti e persone differenti è componente
fondamentale e, a mio modo di vedere, imprescindibile.
Credo che, mai come in
questa epoca, si possa e si debba raccontare e condividere ben più
di una serie di pedanti e, spesso, preconfezionati descrittori
organolettici. C'è molto di più dentro e attorno ad un calice di
vino e mi sembra così ovvio che mi sento sciocco nel ribadirlo per
l'ennesima volta ma altrettanto assurdo è che ancora occorra farlo.
Il viaggio enoico deve
contemplare la tecnica e non può che partire dalla terra, dalla
vigna e dall'ambito agronomico, per poi passare attraverso la cantina
e l'enologia in ogni sua forma purché rispettosa (almeno per quanto
mi riguardi) e ancor prima di tuffarci a capofitto nella meta
dell'assaggio, ci sono le persone con le loro vite, le loro scelte,
il loro background ma soprattutto con la loro personalità.
Parlare di vino togliendo
anche solo uno di questi valori per me sarebbe impossibile e
riduttivo, a tratti irrispettoso non solo del lavoro di chi il vino
lo fa, ma anche della sete di sapere di chi è curioso e assetato di
qualcosa che va ben oltre una fredda valutazione o una critica fine
sé stessa.
Quindi non cercate da me
lapidarie affermazioni di onnipotenza o onanistiche conclusioni
mirate a condizionare i vostri gusti. Se siete qui e apprezzate ciò
che faccio e come lo faccio lasciate che le mie parole, i miei
assaggi, i miei appunti di viaggio smuovano qualcosa di tanto
viscerale quanto atavico in voi: la voglia di partire!
Se c'è una cosa che non
sopporto è quando qualcuno mi dice "eh ma chi ha il tempo di
viaggiare?!?"... non lo sopporto non perché non capisca e
non accetti i limiti di chi ha lavori meno elastici del mio (quello
che mi permette di viaggiare e che c'entra ben poco col vino), bensì
perché credo che, se la passione per il vino che vi spinge a
leggere wine blog come il mio è anche solo un millesimo di quella
che ho io, il tempo lo si possa trovare. Insomma, muovete quei deretani!
Sarò un utopista, un
inguaribile sognatore, ma ciò che vorrei non è spingervi ad
acquistare una bottiglia che a me ha emozionato, di cui ho scritto
con palese enfasi ma, piuttosto, vorrei vedervi camminare nelle vigne
in cui ho camminato io o magari in altre per essere, a mia volta, incuriosito dalle vostre piccole grandi scoperte; vorrei vedervi curiosare
fra vasche e botti cercando di comprendere le dinamiche di cantina;
vorrei vedervi arrivare all'assaggio dopo aver chiacchierato con il
vignaiolo che in quel momento vi sta dedicando tempo tolto alle
sue viti, ai suoi mosti, al vino che verrà, ma che è ben lieto di
raccontarsi e di condividere con voi il sacrificio e la gioia del far
vino.
Magari sbaglio, magari
dovrei ridurre tutto anch'io a valutazioni e classifiche, ma ho
sempre pensato che considerazioni di quel genere fossero opinabili
già solo per le tesi che alcuni danno per scontate, ma che scontate
non sono affatto!
Per assurdo, l'unica cosa
veramente inopinabile e condivisibile come pura e semplice verità
individuale e permanente è il racconto di un viaggio che non manchi
di nulla, comprese impressioni personali inclusive e non esclusive.
Erano quasi riusciti a farmi smettere di parlare di emozioni enoiche,
ma alla luce degli ultimi viaggi e dopo aver rischiato di non poter
più partire se non attraverso un calice, la voglia di condividere
con voi emozioni e sensazioni sincere è più forte che mai!
Dopo aver iniziato con una parafrasi di una celebre citazione dell'indimenticato Steve Jobs, concludo con un brano tratto da quello stesso discorso, che tenne nel 2005 all’Università di Stanford durante una cerimonia di laurea, in quanto sintesi calzante del mio pensiero odierno:
Dopo aver iniziato con una parafrasi di una celebre citazione dell'indimenticato Steve Jobs, concludo con un brano tratto da quello stesso discorso, che tenne nel 2005 all’Università di Stanford durante una cerimonia di laurea, in quanto sintesi calzante del mio pensiero odierno:
"Il tempo a vostra disposizione è limitato, non sprecatelo vivendo una vita che va bene per altri ma non vi appartiene. Non lasciatevi condizionare, non lasciate che il rumore delle opinioni altrui copra la voce che avete dentro. Ma soprattutto abbiate il coraggio di seguire quello che avete nel cuore, lasciatevi guidare dall'intuito. Non smettete mai di avere fame, non smettete mai di essere folli."
F.S.R.
#WineIsSharing
Nessun commento:
Posta un commento