Tra i nuovi 10 Masters of Wine c’è finalmente un italiano: Gabriele Gorelli MW

La notizia sta facendo il giro del web!
L’Institute of Masters of Wine ha annunciato 10 nuovi MW e per la prima volta, tra di essi, c’è un italiano: Gabriele Gorelli.

E’ proprio quella che è considerata la massima istituzione dei “wine experts” a comunicarlo, ponendo proprio l’attenzione sul primo successo di un italiano in un percorso tentato da molti ma mai portato a termine da un nostro connazionale sino ad ora.
Si legge nel sito www.mastersofwine.org:
“Provenienti da cinque paesi, i nuovi membri di IMW – incluso il primo MW italiano – sono James Doidge MW (Regno Unito), Gabriele Gorelli MW (Italia), Susan Lin MW (Stati Uniti), Moritz Nikolaus Lueke MW (Germania), Sophie Parker -Thomson MW (Nuova Zelanda), Álvaro Ribalta Millán MW (Regno Unito), Tze Sam MW (Regno Unito), Melissa Saunders MW (Stati Uniti), Kryss Speegle MW (Stati Uniti) e Clare Tooley MW (Stati Uniti).
Master of wine italiano primo gabriele gorelli
Attualmente ci sono 418 MW a livello globale: 149 donne e 269 uomini che vivono o lavorano in 32 paesi. Dal primo esame nel 1953, 493 persone sono diventate un MW.
Gli MW hanno dimostrato la loro comprensione di tutti gli aspetti del vino superando l’esame Master of Wine, riconosciuto in tutto il mondo per il suo rigore e gli standard elevati.
L’esame MW si compone di tre parti distinte: la teoria e gli esami pratici sostenuti alla fine della fase due e il documento di ricerca presentato alla fine della fase tre. L’RP è uno studio approfondito su un argomento legato al vino da qualsiasi area delle scienze, delle arti, delle scienze umane o delle scienze sociali.
Oltre a superare l’esame e prima che i nuovi membri abbiano il diritto di utilizzare il titolo di Master of Wine o le iniziali MW, devono firmare il codice di condotta dell’IMW. Firmando il codice di condotta, i MW accettano di agire con onestà, integrità e di utilizzare ogni opportunità per condividere la loro comprensione del vino con gli altri.
I principali paesi in cui hanno sede i MW in tutto il mondo sono Australia (28), Canada (10), Francia (18), Nuova Zelanda (15), Regno Unito (210) e Stati Uniti (56).“

Chi sono i Masters of Wine?
“I Masters of Wine rappresentano un’ampia varietà di professioni nel mondo del vino. Alcuni viaggiano per il mondo come consulenti, mentre altri mettono radici come enologi per produrre la propria espressione di un particolare terroir. Tra i MW ci sono produttori di vino, importatori esportatori, buyers, imprenditori, rivenditori, accademici, sommelier, educatori del vino, scrittori, giornalisti ecc…
L’unica cosa che hanno in comune è la loro esperienza condivisa nel programma di studio MW, un viaggio autodiretto che richiede dedizione e motivazione.”
Come di diventa Master of Wine?
E’ importante far notare che per affrontare il percorso di studi e la serie di esami che portano al conseguimento del titolo di MW sembra rappresentino requisiti di base almeno 5 anni di esperienza nel mondo del vino, il 4° livello del WSET e, ovviamente, la conoscenza delle lingue.
Riguardo ai costi di iscrizione se ne leggono molte, ma in realtà non è così elevata quanto qualcuno vuole far credere. Ciò che rende molto elitario e dispendioso in termini di energie, tempo e denaro sono le trasferte e i viaggi di approfondimento nei principali areali vitivinicoli globali che ogni candidato al titolo di MW deve necessariamente affrontare.
“Un percorso sicuramente impegnativo, ma non solitario. Al momento dell’adesione al programma al candidato viene assegnato un Master of Wine come mentore e non mancheranno frequenti opportunità di incontrare gli altri studenti, i MW e altri leader del settore durante seminari e lezioni.
Fondamentale è la possibilità di aderire a viaggi studenteschi nelle più importanti zone vitivinicole al mondo, con un accesso preferenziale ad alcuni dei più grandi produttori. Ai più virtuosi vengono assegnate borse di studio che possono agevolare il percorso sotto l’aspetto economico.”
Il programma
Il programma è disponibile online per farsi un’idea. Ogni candidato può studiare da qualsiasi parte del mondo, con la possibilità di partecipare a seminari presso uno i centri di studio dell’IMW in Australia, Asia, Europa e Nord America. Il programma prevede tre fasi e il tempo minimo necessario per qualificarsi come MW è di tre anni. Tuttavia, la maggior parte degli studenti impiega più tempo per fare una pausa durante gli studi, per affinare le proprie capacità di degustazione o per ripetere gli esami. Ogni fase del programma si svolge in un periodo di tempo limitato.
Ecco i nuovi 10 Masters of Wine
Come potrete osservare dai profili tratti dal comunicato di ieri del Masters of Wine Institute, si tratta di professionisti che ricoprono già ruoli di spicco in diverse aree del comparto vino, dalla produzione alla vendita, passando per la formazione e il marketing:
“James Doidge MW (Regno Unito) è buyer e amministratore delegato di un importatore specializzato, il Wine Treasury di Londra, dove negli ultimi 20 anni ha sviluppato una particolare specialità nei vini del Nord America. Si è laureato in francese e tedesco all’Università di Durham, ma crede che le sue vacanze d’infanzia trascorse nel Beaujolais e nel sud della Francia abbiano fatto di più per la sua carriera vinicola rispetto allo studio della tragedia francese del XVII secolo o del teatro espressionista tedesco. Al contrario, la sua introduzione nella Napa Valley nei suoi primi giorni come acquirente di vino da casinò del West-End ha cambiato la carriera. Vive nell’Hampshire, dove si trova spesso da qualche parte su una bici da strada.
Susan Lin MW (Stati Uniti) è a capo delle competenze enologiche per il rivenditore online di vini pregiati Belmont Wine Exchange nella Baia di San Francisco, che serve clienti in tutto il mondo. Come consulente, cura collezioni di vini, progetta programmi sul vino ed è specializzata in abbinamenti ed eventi musicali di vino e liquori.
Moritz Nikolaus Lueke MW (Germania) è cresciuto a Berlino e ha lasciato la città per la sua prima esperienza vinicola e vendemmia presso la cantina Georg Breuer nel 2001. Durante i suoi studi di enologia presso l’Università Geisenheim, dove si è laureato nel 2006, ha maturato esperienza lavorando per aziende vinicole nella Yarra Valley, la Nahe , Rheingau, a Pouilly Fume e Creta.
Sophie Parker-Thomson MW (Nuova Zelanda) è una produttrice di vino e consulente del settore vinicolo con sede a Marlborough. Cresciuta nelle regioni vinicole della Nuova Zelanda di Gisborne e Central Otago, la vinificazione e l’ospitalità erano endemiche dell’educazione di Sophie.
Álvaro Ribalta Millán MW (Regno Unito), originario di Barcellona, si è trasferito a Londra nel 2006 dopo aver completato la sua laurea in ingegneria meccanica. La sua passione per il vino si è sviluppata in diversi anni, lavorando in ristoranti ed enoteche nella capitale del Regno Unito. Negli anni seguenti, Álvaro ha studiato tutte le qualifiche WSET, terminando il suo Diploma nel 2014, per il quale ha vinto le borse di studio Lustau e Derouet Jameson. Nel 2011, Álvaro ha conseguito un master in ingegneria gestionale e ha svolto la tesi finale in uno stabilimento di imbottigliamento di vino in Veneto, Italia. Lavora per Indigo Wine dal 2014, attualmente come direttore dello sviluppo aziendale, e ha svolto lavori di raccolta a Bierzo, Douro, Jerez e Uco Valley.
Tze Sam MW (Regno Unito), nata e cresciuta a Singapore, Tze, ha svolto diverse attività nei settori del vino, della birra e degli alcolici. Dopo un periodo presso Fetch Media e all’interno di Dentsu Aegis Network, Tze è attualmente direttrice dei servizi clienti presso Jellyfish, dove è a capo del team di marketing mobile e app. Il suo interesse per il vino è iniziato presto a Singapore, dove era una frequente intrusa a degustazioni e cene in varie società vinicole. Questa passione per il vino ha continuato a svilupparsi all’università e oltre. Affianca al lavoro il suo ruolo di presidente della Oxford and Cambridge Alumni Wine Society, gestendo un calendario di degustazioni guidate dai produttori a Londra e allo stesso tempo fornisce consulenza sull’acquisto di vino e l’abbinamento cibo per ristoranti selezionati.

Melissa Saunders MW (Stati Uniti), nata a New York, Melissa si è trasferita in Italia dopo la laurea in letteratura inglese, dove ha maturato la sua grande passione per l’enogastronomia. La scuola di giurisprudenza ha fatto tornare Melissa a New York, dove si è iscritta ai corsi del diploma WSET, ha mangiato e bevuto bene quando possibile. La prima introduzione di Melissa nel business del vino è stata la pratica legale presso un’azienda specializzata nella regolamentazione delle bevande alcoliche. Nel 2009 ha fondato Communal Brands, una società di importazione e distribuzione di vino. Il portafoglio è composto da piccoli vignaioli impegnati in pratiche rispettose dell’ambiente in vigna e in cantina. Espandendo l’impegno per la sostenibilità, ha recentemente avviato Wine Queen, un’azienda di consulenza che si concentra sul packaging del vino ecologicamente responsabile.

Kryss Speegle MW (Stati Uniti) è una produttrice di vino, un’educatrice e una professionista delle vendite con sede negli Stati Uniti. Ha una laurea specialistica in scienze alimentari / enologia presso la U.C. Davis e un diploma WSET. La sua esperienza di produttrice include vendemmie nella Napa Valley, in Germania e in Nuova Zelanda e un ampio lavoro nelle regioni costiere e interne della California. Dal 2011 Kryss lavora con O’Neill Vintners and Distillers.
Ha ricoperto ruoli di leadership nella vinificazione, nelle vendite e nello sviluppo del business. Insegna anche alla Napa Valley Wine Academy, dove le sue lezioni includono il curriculum WSET e programmi personalizzati per clienti privati.
Clare Tooley MW (Stati Uniti) vive in California. È la direttrice dello sviluppo del vino per Lionstone International sourcing per club di vini nazionali, tra cui Wall Street Journal, Laithwaites, Virgin, TCM, NPR e National Geographic. Ha iniziato la sua vita vinicola a Londra con John Armit Wines dopo aver conseguito una laurea in francese e spagnolo e una borsa di studio corale presso il Clare College, Università di Cambridge. Entrata a far parte di Direct Wines Ltd come acquirente nel 2000, si è trasferita in Francia nel 2006. Ha vissuto vicino a Bordeaux per otto anni, gestendo la cantina del gruppo e viaggiando molto in Nord America, Europa e Asia. Clare è un’Accademica di Champagne (classe 2004) ed è stata inserita come Cavaliere di Borgogna, Bordeaux e Champagne.”
IL PRIMO MASTER OF WINE ITALIANO
Poi c’è il nostro Gabriele Gorelli per il quale vale la pena dilungarsi un po’ e, in attesa di una mia futura intervista al nuovo MW, vi lascio al comunicato stampa appena emesso da Fcomm.
“Il The Institute of Masters of Wine, la più autorevole ed antica organizzazione dedicata alla conoscenza ed al commercio del vino, accoglie tra i suoi ranghi il primo rappresentante italiano di sempre. A scalare l’Olimpo della storica associazione inglese, vera e proprio ONU del vino, capace di catalizzare rapporti ed interessi di alto livello, di natura economica e culturale, è Gabriele Gorelli. Classe 1984, nato e cresciuto a Montalcino, terra del Brunello, cui è legato da profonde radici familiari, negli anni ha costruito un enorme bagaglio di conoscenze in campo enoico. Che spaziano dalla viticoltura alla comunicazione e all’economia, facendone uno stimato brand builder di aziende enoiche, importatori e grandi ristoranti. Senza mai perdere di vista il fine ultimo di un percorso iniziato nel 2014, che l’ha visto crescere ed affermarsi come uno dei punti di riferimento nella comunicazione del vino italiano all’estero.
I Masters of Wine nel mondo, così, diventano 418, meno delle persone mai state nello spazio, una élite che intreccia rapporti e competenze ai livelli più alti. Per questo è tanto importante, per l’Italia, avere un proprio rappresentante. Un ambasciatore al servizio di tutti, capace di portare un contributo nuovo e decisivo nelle dinamiche che muovono i gangli del commercio e dell’educazione al vino. Un “tavolo” da cui l’Italia, il Paese con la più antica, ricca e complessa tradizione enoica al mondo, è stata sin qui assente, al quale adesso è pronta a sedersi. Senza alcun timore riverenziale, perché il successo dei Masters of Wine risiede prima di tutto nella capacità di approfondire ed ampliare le conoscenze, valorizzando le differenze e le peculiarità, di cui il Belpaese non è secondo a nessuno.
“Il ruolo dei Masters of Wine, storicamente, non è certo quello di piegare la produzione del vino al gusto imperante. Al contrario, è quello di rendere accessibile e comprensibile a tutti le eccellenze, valorizzandole e creando valore aggiunto lungo tutta la filiera”, commenta Gabriele Gorelli, che tra le altre cose ha curato la sezione italiana della Sotheby’s Wine Encyclopedia 2020. “È fondamentale che un Paese complesso come l’Italia, da un punto di vista ampelografico, storico, stilistico, possa contare su un ambasciatore che lo rappresenti in ambito internazionale. Ancora oggi, nonostante il sapere enciclopedico degli anglosassoni, resistono convinzioni e pregiudizi sedimentati nei decenni, che restituiscono un’immagine distorta di quello che è il patrimonio enologico italiano. Perciò è fondamentale che ci sia qualcuno pronto a mettersi a disposizione dell’intera filiera, con la credibilità, l’autorità, ma anche il tono di voce ed il linguaggio adeguati, per rappresentare e raccontare l’Italia ed i suoi vini nel complesso universo del trade internazionale”, aggiunge Gabriele Gorelli.
Che oggi ha chiuso un cerchio, con una tesi sperimentale su un argomento tecnico sempre più attuale, ossia la lotta ai precipitati di quercetina nel vino imbottigliato:“Quercetin precipitation in Brunello di Montalcino. What are the organic fining methods to prevent this phenomenon occurring in bottle?”. Alle spalle, un percorso impegnativo, iniziato nel 2014, quando Firenze accolse il quadriennale Symposium del The Institute of Masters of Wine. Un’apertura all’Italia che spinse tanti professionisti del vino a tentare la scalata, partendo, nel 2015, con lo “Stage One”, primo grande scoglio. Superato al termine del tradizionale seminario, ospitato in quell’occasione a Rust, in Austria: 12 vini alla cieca e due essay, che hanno spalancato a Gabriele le porte dello “Stage Two”. Il 2016 e il 2017 sono stati gli anni della formazione e dell’internazionalizzazione, alla scoperta delle principali regioni vitivinicole mondiali. Un biennio scandito dai viaggi, dalle relazioni professionali e personali, dallo studio dei grandi temi della viticoltura e dell’enologia mondiale: in sostanza, le fondamenta su cui costruire la credibilità di un Master of Wine.
Nel 2018, così, Gabriele diventa il primo italiano a superare la parte pratica dello “Stage Two”, il secondo step dell’esame finale, in cui il candidato analizza e racconta 36 vini, degustandoli alla cieca, in tre batterie da 12 durante tre giorni, in cui ha un ruolo apicale la comunicazione. È fondamentale, specie nei tredici essay della parte teorica, contestualizzare le conoscenze teoriche di viticoltura, enologia, controllo qualità e mercato in un ambito pratico, prestando attenzione alla sostenibilità economica, alle dimensioni aziendali, al regime agricolo. “Un Master of Wine -aggiunge Gabriele Gorelli- non deve “indovinare” i vini, ma dimostrare di averli compresi. Può sbagliare a riconoscere la varietà e la provenienza, entro certi limiti, ma è richiesta una grande sensibilità nel valutare lo stile produttivo e, soprattutto, la qualità. Ogni batteria di vini è un saggio che il candidato è chiamato a scrivere riguardo a provenienza, varietà, metodo di produzione, posizionamento nella piramide qualitativa e collocamento commerciale. La descrizione del vino segue una logica che porta a dare delle conclusioni, è un piccolo essay in cui si devono usare capacità analitica ed efficacia comunicativa. L’obiettivo è dimostrare che si ha un bagaglio di conoscenze abbastanza importante da poter rispondere ai quesiti posti, mettendo in fila i propri argomenti e producendo un saggio bilanciato nelle opinioni, realistico e ben motivato”, chiosa il neo Master of Wine Gabriele Gorelli. Gli inglesi, pur non avendo millenni di storia alle spalle, come produttori, sanno essere pragmatici e metodici, e basare le proprie scelte su indicatori oggettivi. In conclusione, è questo il plus che un Master of Wine garantisce: il metodo di lavoro, l’organizzazione e la gestione strategica dei problemi.”
Sono certo che per l’Italia del vino questa nomina rappresenterà uno stimolo importante all’internazionalizzazione di visioni spesso troppo introspettive e poco illuminate. Il fatto che paesi del “vecchio mondo” come l’Italia e la Francia, nonostante la propria storia enoica e le grandi competenze medie degli operatori del settore, non vantino numeri importanti neanche tra le fila dei candidati a MW che si sono susseguiti negli anni, è sintomatico di quanto il mondo anglosassone, sia per una questione idiomatica che per un approccio più didattico e scevro da condizionamenti profondi e radicati (positivi e negativi) come i nostri, sia più predisposto a questo genere di percorso formativo prima e professionale poi. Sono certo, però, che il traguardo raggiunto da Gabriele fungerà da stimolo per molti professionisti del vino italiano che nei prossimi anni si cimenteranno con questa ardua sfida.
Per Montalcino, inoltre, un altro fiore da mettere all’occhiello che conferma questa meravigliosa terra capace di produrre non solo grandi vini ma anche importanti talenti in tutti i comparti della filiera enoica.
Ancora congratulazioni a Gabriele che spero di ritrovare tra pochi giorni a Montalcino per qualche scambio di vedute sulle nuove annate in anteprima e sul futuro del vino italiano.
F.S.R.
#WineIsSharing

C.S. Fcomm srl 

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